Bancarotta fraudolenta e armi, un arresto e tre indagati: buco da oltre tre milioni
Ammanettato dalla Guardia di Finanza di Torino un imprenditore settantenne della provincia di AstiUn imprenditore settantenne originario della Provincia di Asti, proprietario di alcune aziende che operano nel settore dello smaltimento dei rifiuti e del riciclo di materiali speciali, è stato arrestato, nei giorni scorsi, dalla Guardia di Finanza di Torino su ordine della locale Procura della Repubblica. L’uomo dovrà difendersi da numerose ipotesi di reato formulate a suo carico, da quelle fiscali e tributarie sino alla detenzione illegale di armi da fuoco. Le indagini, condotte dai Finanzieri del Gruppo Torino, sono partite da alcune anomalie emerse dopo il fallimento di una delle società intestate all’imprenditore. Dalle investigazioni, infatti, era emerso come l’uomo aveva più volte simulato una locazione di due rami dell’azienda, ormai in avanzato stato di dissesto, ad altre due società nel frattempo costituite “ad hoc”. La manovra per così dire, “di alta finanza”, realizzata dal maldestro imprenditore, è risultata ancor più chiara quando gli inquirenti hanno scoperto i legami familiari e societari fra le tre aziende, tutte in realtà gestite dall’arrestato. Legami familiari e societari questi, che hanno fatto finire nei guai anche il genero e l’ex socio del settantenne, tutti denunciati per essersi prestati a fingersi titolari delle due società fittizie. Nel corso delle indagini, è stato anche accertato come i tre non solo hanno aggravato lo stato di dissesto dell'azienda, un buco appurato in oltre tre milioni di euro ma, con la distrazione dei rami di azienda, hanno tentato di rendere vane le pretese dei creditori, con il conseguente rischio del cosiddetto “effetto domino”, che spesso il fallimento di un’azienda può generare sulle altre società con le quali intrattiene rapporti commerciali.
I Finanzieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Torino, hanno effettuato numerose perquisizioni sia nei locali aziendali sia nelle abitazioni degli amministratori delle società. Notevoli i numeri del sequestro che, tra macchinari, immobili ed automezzi, ammonta a quasi un milione di euro, in grado di rimediare, in parte, all’enorme crack societario creato dal sodalizio. Durante una delle perquisizioni effettuata nell’ufficio in uso all’imprenditore poi arrestato, i Finanzieri hanno rinvenuto due pistole detenute illegalmente dall’uomo e per le quali lo stesso non ha saputo giustificarne il possesso. Il settantenne, come detto, è stato arrestato per detenzione di armi e denunciato alla Procura della Repubblica per bancarotta fraudolenta unitamente ai due sodali.
c.s.
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