Una targa per ricordare l'eccidio dei piemontesi del 1893 ad Aigues-Mortes
Sarà inaugurata venerdì 17 agosto nella città del sud della Francia, teatro di una pagina terribile di storia«In memoria dei 10 lavoratori italiani vittime di xenofobia negli eventi del 17 agosto 1893. In omaggio ai Giusti: l'abate Jacque Eugène Mauger, la panettiera Aélaide Fontaine, madame Gouley e gli abitanti di Aigues Mortes che diedero prova di coraggio ed umanità»: questo il testo della targa che verrà inaugurata venerdì 17 agosto nella città del sud della Francia teatro di un eccidio di italiani.
Sei delle vittime furono piemontesi. A 125 anni dalla notte tra il 16 ed il 17 agosto 1893 verrà dunque ricordato un linciaggio che comportò pure un centinaio di feriti, anche gravi. La lapide sarà posta in piazza San Luigi, sulla facciata del Comune che tocca quella del panificio (oggi sede di una banca) dove un nutrito gruppo di italiani restò assediato per 27 ore.
All'epoca dei fatti, ad Aigues-Mortes lavoravano molti immigrati provenienti da Piemonte, Liguria, Toscana e Lombardia: manodopera a basso costo per le saline francesi. Venivano pagati a “cottimo”, in condizioni di lavoro pessime. A causare il linciaggio non ci fu soltanto una rissa esplosa tra un italiano ed alcuni francesi, ma un contesto storico in cui si mischiano il clima avvelenato per la “concorrenza” tra immigrati italiani e lavoratori francesi delle saline e la “guerra doganale” tra Italia e Francia. Quella notte si scatenò una "caccia all'italiano" indegna di un popolo civile.
A riportare alla luce l'eccidio è stato Enzo Barnabà, autore del libro “Aigues-Mortes, il massacro degli italiani”. «Finalmente, il terribile eccidio sarà ricordato ad Aigues-Mortes uscendo dalla spirale negazionismo-occultamento - afferma Barnabà, che fa parte della commissione creata dal sindaco Pierre Mauméjean al fine di ricordare la tragedia -. Ritengo giusto che le frotte di turisti che percorrono allegri ed ignari le sue strade sappiano che esse furono teatro di terribili violenze nei confronti di emigrati innocenti. Opportuno il riferimento alla xenofobia (la storia deve insegnare) e ai "Giusti", cioè a quegli abitanti che con il loro coraggio e la loro umanità fecero in modo che il bilancio non fosse ancora più pesante».
r.t.
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