Un patto per medici e pediatri nei piccoli centri e aree montane
Si tratta di una proposta lanciata dall'Assessore Regionale alla Sanità, Antonio Saitta nel corso di un incontro avvenuto il 14 febbraio scorsoUn patto operativo con amministrazioni comunali e sindacati per garantire la presenza di medici di famiglia e pediatri nei piccoli centri e nelle aree montane è la proposta lanciata dall'assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, nel corso di un incontro avuto il 14 febbraio con gli amministratori di Roccavione, Lanzo, Acceglio, Sestriere, Ormea, Pray, Venasca, San Michele Mondovì, Novello, Bastia Mondovì e Frabosa Soprana, accompagnati dai vertici di Anci Piemonte (il presidente Alberto Avetta e i vicepresidenti Gianluca Forno e Michele Pianetta) e di Uncem Piemonte.
“Siamo al lavoro per trovare nell'immediato una risposta alla carenza di medici sui territori, un problema nazionale che nei prossimi anni rischia di trasformarsi in una vera emergenza a causa del numero insufficiente di borse di studio erogate dal Governo”, ha dichiarato Saitta, che ha poi annunciato che la Giunta regionale è pronta ad approvare un provvedimento per assicurare un contributo aggiuntivo a chi deciderà di prestare la propria attività in queste zone:
Il piano riguarda 15 diverse aree del Piemonte, dove oggi operano 178 medici di famiglia e 35 pediatri, individuate in particolare in base alla bassa densità abitativa, ed avrà effetto immediato per far fronte alle situazioni più critiche. “Oltre al contributo, la Regione incentiverà i medici che sceglieranno di associarsi e dunque fornire un servizio più appropriato alle esigenze del territorio - ha aggiunto Saitta - Ai Comuni chiederemo di farsi carico degli aspetti logistici, offrendo facilitazioni nei costi delle sedi degli studi e nell’attivazione dei servizi connessi. Ora il passaggio fondamentale sarà la discussione e la condivisione di questo progetto con le organizzazioni sindacali dei medici di famiglia”.
Nei mesi scorsi la Regione aveva già deciso di aumentare il numero di borse di studio in Medicina generale: nel triennio 2018/21 saranno 70 in più, per un totale di 189.
Incontro a Vercelli
Lo stesso argomento è stato affrontato da Saitta, unitamente all’acquisto di nuove tecnologie ed attrezzature per l'ospedale, durante un incontro avuto in mattinata a Vercelli con la direzione dell'Asl e i sindacati.
In merito alle procedure di esternalizzazione che l'Asl avvierà per garantire la continuità assistenziale in alcune aree di attività in cui vi è cronica carenza di specialisti, come ad esempio la radiologia, l’assessore ha condiviso l'obiettivo di assicurare i servizi ai cittadini: “E’ evidente che la nostra posizione è quella di affermare la centralità del sistema sanitario pubblico: ciò significa ritornare all'utilizzo di risorse interne nel momento in cui viene superata la fase più critica. La tempistica prevista dall'Asl di Vercelli per il contratto esterno sui servizi di radiologia, 5 anni, appare adeguata; specie se consideriamo i tempi necessari per poter avere in campo il personale specialistico formato. Dopo l'uscita dal piano di rientro abbiamo integrato risorse per il personale, grazie alle quali sarà possibile nel 2020 raggiungere lo stesso numero del 2012 oltre ad un riequilibrio della distribuzione territoriale”.
“In questi giorni - ha proseguito Saitta - stiamo lavorando al Patto della salute, dove sono definite le modalità di finanziamento del sistema sanitario e il rapporto tra Stato e Regioni. Su questo fronte la Regione Piemonte ha ottenuto una serie di aumenti sia per risorse in conto capitale, che per investimenti per un valore complessivo di circa 350 milioni di euro. Il finanziamento ci consentirà di ripartire tra le nostre aziende le risorse che servono per l'acquisto di nuove apparecchiature tecnologiche".
c.s.
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