Legge antiludopatie, quattro e otto anni per adeguarsi
La Regione concederà tempi adeguati agli esercenti di slot machine e titolari di sale da gioco o di licenza per mettersi in regolaLa Regione concederà tempi adeguati agli esercenti di slot machine e ai titolari di sale gioco o di licenza per l’esercizio delle scommesse che si trovino a non rispettare le distanze dai luoghi sensibili (chiese, scuole, banche, ospedali...) per fatti sopravvenuti in seguito all’approvazione della legge 9/2016. Lo prevede l’articolo 89 del provvedimento “Omnibus”, approvato oggi dall’Assemblea regionale, che dispone un tempo di quattro anni per gli esercenti di slot machine e di otto anni per i titolari di sale gioco o di licenza per l’esercizio delle scommesse, a partire da quando il fatto si è verificato, per rimettersi in regola.
Nulla di fatto, invece, sul fronte degli otto emendamenti presentati dal consigliere Andrea Tronzano (Fi) e dei due proposti dal consigliere Luca Cassiani (Pd) sulla medesima legge: sono stati tutti respinti dall’Aula, dopo il parere negativo della Giunta. All’inizio della discussione il consigliere Tronzano (Fi) aveva chiesto un momento di riflessione sull’opportunità del “distanziometro” e sulla possibile retroattività della legge, che finirebbe per penalizzare gli investimenti degli imprenditori che dal 2004 investono nel gioco d’azzardo lecito.
Per il Pd sono intervenuti il capogruppo Domenico Ravetti, il presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi e il consigliere Andrea Appiano per difendere la legge che - approvata all’unanimità dal Consiglio regionale - sta portando frutti positivi nei confronti dei malati di ludopatia prevenendo il gioco d’azzardo patologico. E proprio sulla prevenzione - ha sottolineato Appiano - è tarato il “distanziometro” e i dati sui volumi di gioco, in controtendenza rispetto al resto del Paese, non possono essere definiti frutto del caso.
In disaccordo con il proprio partito, il consigliere Cassiani (Pd) ha appoggiato le tesi di Tronzano accusando l’Assemblea di voler autoconvincersi che la legge 9/2016 stia ottenendo risultati contro la ludopatia, dal momento che i dati non sono univoci. Ha anche definito quanto mai inopportuno il “distanziometro” pur elogiando alcune misure contenute nel provvedimento, quali le campagne informative e l’attività educativa contro il gambling. Non è corretto – ha concluso – trattare come illegale un’attività che illegale non è.
L’assessore al Lavoro Gianna Pentenero, che a nome della Giunta regionale ha espresso parere negativo su tutti gli emendamenti - ha ricordato la seduta svoltasi ieri in Commissione ribadendo le premesse politiche che hanno portato all’approvazione della legge e i suoi benefici. Decisamente critici sul contenuto degli emendamenti anche i gruppi M5s e Leu. Per il M5s il consigliere Giorgio Bertola ha sottolineato che certamente sono ancora necessari interventi per migliorare e rendere pienamente attuata la legge ma il Consiglio regionale ha legiferato in modo coraggioso e qualunque passo indietro sarebbe una sconfitta nei confronti di chi la il provvedimento intende proteggere e tutelare.
Per Leu il presidente Marco Grimaldi ha evidenziato che grazie alla legge 9/2016 il Consiglio regionale ha dato ai Comuni la possibilità di fermare il far west sulle distanze e sugli orari di apertura delle sale da gioco, sottolineando come nel caso del “distanziometro” le distanze servano a dissuadere, non a proibire.
c.s.
TORINO Regione Piemonte - Slot machine - Esercenti - Sale da Gioco - Licenza esercizio scommesse - Distanze - Luoghi sensibili