Bando della Regione Piemonte per il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità
Per i comuni piemontesi assegnatari di immobili che erano della mafia hanno tempo fino alle ore 12 del 28 settembreI Comuni piemontesi assegnatari di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata hanno tempo fino alle ore 12 del 28 settembre 2018 per aderire al bando emanato dalla Regione Piemonte per favorirne il riutilizzo a scopi sociali. Gli enti interessati sono 43, così suddivisi su base provinciale: 23 Torino, 1 Alessandria, 4 Asti, 1 Biella, 4 Cuneo, 4 Novara, 3 Vco e 3 Vercelli. Gli immobili confiscati sono invece 167 (nel dettaglio: 123 nella Città Metropolitana, di cui 31 solo a Torino; 9 Asti, Vco e Vercelli, 7 Cuneo, 6 Novara, 3 Alessandria ed 1 Biella). Sono dati elaborati dalle tabelle (aggiornate al 29 giugno 2018) dell'Anbsc, Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinaziona dei Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
L’obiettivo della nuova edizione del bando, come già in passato, è di aiutare le comunità locali a riappropriarsi, con il sostegno ai progetti dei Comuni, dei beni sottratti alla criminalità, per restituirli alla collettività attraverso un loro uso a fini sociali.
I progetti dei Comuni, in particolare lo scorso anno, sono stati indirizzati al sostegno delle fasce sociali più deboli. L’utilizzo dei beni confiscati, anche attraverso il finanziamento della Regione, ha permesso di affrontare con più risorse l’emergenza abitativa, di disporre di luoghi dove ospitare iniziative contro la violenza verso le donne, di rafforzare le attività educative e socio-assistenziali, di favorire l’accoglienza dei rifugiati.
«L’auspico è che il nuovo bando possa favorire l’avvio o la prosecuzione di esperienza analoghe a quelle del 2017 - commenta il presidente della Regione, Sergio Chiamparino -. Continuiamo dunque a mettere in pratica una precisa volontà: destinare abitazioni acquistate con denaro derivante da attività criminose ad iniziative in grado soprattutto di aiutare concretamente le fasce più deboli della popolazione».
L’assessore alle Politiche sociali, Augusto Ferrari, sostiene che «riutilizzare beni confiscati alle mafie mettendoli a disposizione dell'intera comunità per finalità educative e sociali rappresenta la miglior risposta da parte della Regione Piemonte alla criminalità».
L’assessore alle Pari opportunità ed Immigrazione, Monica Cerutti, rileva che «questo bando è di estrema rilevanza per la nostra comunità. Permette di destinare beni immobili confiscati alla mafia per fini sociali. Alcuni diventeranno case rifugio per vittima di violenza, altri saranno destinati all’accoglienza dei profughi. Già oggi alcune proprietà sono in fase di riqualificazione, come Cascina Graziella a Moncalvo (At), bene sottratto alla criminalità che verrà utilizzato per ospitare donne con problemi di dipendenza. Usare questi immobili a beneficio dei più fragili aumenta la portata simbolica dell'azione dello Stato e delle istituzioni e gioca un ruolo tutt'altro che secondario a favore della lotta contro le mafie».
Le risorse stanziate ammontano complessivamente a 150.000 euro, con una quota di cofinanziamento a carico del Comune del 50%. Non sono previsti limiti minimi, ma il tetto massimo assegnabile è di 50.000 euro per ciascun intervento. Le domande saranno esaminate da un apposito comitato tecnico di valutazione.
Sono ammesse le domande dei Comuni che hanno in corso le procedure di assegnazione del bene, purché le stesse si esauriscano entro 90 giorni dalla presentazione della domanda. Il bando attua la legge n.14/2007 sugli “Interventi in favore della prevenzione della criminalità e istituzione della Giornata regionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.
c.s.
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