"Ci è perfettamente noto, e dovrebbe essere noto anche a chi invece preferisce strumentalizzare, che per molti anni e fino al 2017 la sanità piemontese è stata sottoposta ai vincoli del piano di rientro, per altro per responsabilità non certo riconducibili all'attuale Giunta regionale. In tutte le regioni italiane sottoposte a piano di rientro e commissariate la spesa per il personale è decisamente inferiore a quella delle altre regioni, per l'effetto del blocco del turnover, che è una delle misure che sono imposte a livello ministeriale per ottenere il riequilibrio economico". Lo precisa l'assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta in merito alle accuse, a suo dire di carattere strumentale, mosse oggi da un'organizzazione sindacale.
"Il Piemonte - aggiunge l'assessore - è uscito dal piano di rientro soltanto nel corso del 2017, e dunque è evidente che per tutto il 2016 sulla spesa per il personale hanno inciso i vincoli fissati dal piano stesso. Come testimoniano gli stessi dati, gli effetti dell'uscita si iniziano a vedere solo a partire dalla seconda metà del 2017, quando la Regione Piemonte ha potuto riprendere ad assumere personale sanitario, e si vedranno pienamente alla fine del 2018. Nell'ultimo biennio abbiamo assunto oltre 3.500 lavoratori del comparto sanitario e questo è stato possibile unicamente grazie all'azione di risanamento effettuata. Devo purtroppo rilevare che c'è chi anziché apprezzare il lavoro compiuto dal Piemonte, unica regione a essere uscita dal piano di rientro in questi anni, sceglie di polemizzare senza fare in alcun modo l'interesse dei lavoratori".