In uno scenario politico sempre più avvelenato non capita spesso di ascoltare parole di elogio rivolte a un avversario. Le ha pronunciate il neoeletto presidente della Regione, l’albese Alberto Cirio, commentando la decisione annunciata dal suo sfidante di centrosinistra Sergio Chiamparino di lasciare l’assemblea di palazzo Lascaris, dove pure avrebbe diritto di occupare un seggio in virtù del risultato di domenica: “Sono sinceramente dispiaciuto - ha affermato Cirio - perché in Piemonte abbiamo bisogno di lui e mi auguro che ci ripensi”.
Solo poche ore fa l’ex sindaco di Torino e presidente uscente aveva ufficializzato su Facebook la sua rinuncia a occupare lo scranno in Consiglio regionale, come “segnale di assunzione piena di responsabilità” di fronte alla sconfitta della sua coalizione. Rinuncia che apre le porte dell’assemblea a Elena Loewenthal, unica eletta nella circoscrizione di Torino con +Europa (era candidata anche a Cuneo, dove ha ottenuto 92 voti).
“Per progettare il futuro di questa regione - ha aggiunto l’avversario forzista - è indispensabile il contributo di tutti e l’esperienza di una persona come Sergio Chiamparino è fondamentale”. Che si tratti di un sincero auspicio o di un modo elegante per rendere l’onore delle armi al nemico sconfitto, resta comunque un riconoscimento non scontato.