“La società tedesca tra nazionalsocialismo e widerstand” è il titolo del convegno internazionale che si svolgerà a Torino il 29 e 30 Novembre nella Sala Conferenze di Palazzo San Celso al Polo del ’900 di Corso Valdocco. L’evento è organizzato dall’Istituto Salvemini, in collaborazione con il Goethe-Institut Turin, il Deutsches Historisches Institut di Roma, il Polo del ‘900, il Dipartimento di Lingue e Letterature straniere e Culture moderne dell’Università degli studi di Torino, l’Istoreto e il Centro di documentazione Antonio Labriola. L’iniziativa è sostenuta dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Alle 9.30 di giovedì 29, in apertura dei lavori, porterà il saluto del Consiglio regionale il Presidente Nino Boeti.
La resistenza (Der Widerstand, intesa come resistenza politica attiva) e soprattutto l’opposizione (Die Opposition, intesa come malcontento e insubordinazione sociale) al nazismo in Germania, rimangono in Italia temi poco conosciuti, se si esclude un ristretto gruppo di studiosi. Nell’immaginario collettivo italiano persiste l’idea di un quasi totale sostegno del popolo tedesco al regime nazista, non sapendo che furono migliaia i tedeschi che persero la vita nella lotta antinazista, che quasi un milione furono gli internati nei campi di concentramento e infine che l’emigrazione politica tedesca a partire dal 1933 fu uno dei fenomeni più rilevanti del Novecento. Questa immagine è soprattutto il riflesso del concetto di “colpa collettiva”, che fu uno dei cardini del processo di denazificazione, voluto dagli Alleati con lo scopo di generare un senso di colpa generalizzato tra i tedeschi. Questo processo ha fortemente condizionato gli studi sul Widerstand e l’Opposition, secondo Peter Hoffman scoraggiati dalle stesse autorità alleate, fin quando non si passò a una più serena e obiettiva ricerca sul regime nazista.