Adelina (nome di fantasia) una ragazza di origini albanesi di 23 anni aveva intrapreso con un suo connazionale una relazione. L’uomo, però, dopo pochi mesi di conoscenza aveva indotto la donna a prostituirsi pretendendo la metà dei proventi degli incontri con i clienti che egli stesso selezionata e con i quali fissava i prezzi per le prestazioni su un sito di incontri. Il rapporto perdurava ormai da circa 18 mesi. Da circa due mesi, però, la ragazza aveva deciso di dividere i guadagni della prostituzione con un altro connazionale, con il quale aveva intrapreso, nel frattempo, una relazione sentimentale.
Quando il suo primo sfruttatore l’ha scoperta l’ha raggiunta presso il suo domicilio, l’ha afferrata per i capelli trascinandola sul pavimento e per le scale fino a portarla con violenza all’interno dell’appartamento che Adelina utilizzava per incontrare i clienti. Completamente fuori controllo, il cittadino albanese, ha impugnato un coltello, l’ ha minacciata, ha stretto le mani intorno al collo della donna e ha premuto un cuscino con forza contro il viso della ragazza fino a farle perdere i sensi.
L’aggressore ha continuato a schiaffeggiarla anche mentre era in stato di incoscienza al punto da farle riprendere i sensi. Infine, l’ha segregata in casa contro la sua volontà. Tuttavia, quando l’uomo ha lasciato l’alloggio Adelina è riuscita a contattare la polizia e a trovare riparo in strada. Gli agenti del Commissariato “Barriera Milano” hanno trovato la ragazza all’interno della sua autovettura in completo stato confusionale. I sanitari hanno riscontrato un trauma cranico, escoriazioni e contusioni al collo e al dorso con una prognosi di 25 giorni.
I poliziotti hanno constatato la presenza di numerosi messaggi minatori sul telefono cellulare della ragazza ricevuti dal cittadino albanese L.F., e per la tutela della vittima, hanno predisposto un servizio di ricerca dell’uomo, individuandolo e fermandolo successivamente in una zona non illuminata nei pressi dell’abitazione della donna mentre tentava nuovamente un ricontatto telefonico con la vittima. Incurante della presenza dei poliziotti l’uomo ha continuato a proferire frasi minacciose nei confronti della parte lesa. Gli agenti hanno applicato nei suoi confronti un fermo di Polizia Giudiziaria poiché indiziato dei delitti di sequestro di persona, lesioni personali, minacce gravi e sfruttamento della prostituzione. A seguito della convalida il Giudice ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari.