L’applicazione del decreto legge del Governo sulla sicurezza in Piemonte metterebbe a rischio 350 posti di lavoro e causerebbe circa 22 milioni di euro di maggiori costi per le casse dei Comuni aderenti al sistema Sprar per l’accoglienza e l’integrazione di rifugiati e richiedenti asilo: per cercare di modificare queste norme il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, e l’assessora all’Immigrazione, Monica Cerutti, hanno convocato per il 26 ottobre un incontro con i parlamentari piemontesi.
Queste richieste sono state rivolte direttamente alla vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, e al deputato Andrea Giorgis, presenti insieme a presidente e vicepresidente di Anci Piemonte, Alberto Avetta ed Elide Tisi. Agli parlamentari sarà inviata una nota con i dati sull’impatto del decreto.
“Abbiamo raccolto - ha affermato Chiamparino - le preoccupazioni dei circa 60 Comuni piemontesi oggi coinvolti nei progetti di accoglienza diffusa. E riteniamo importante chiedere il contributo di tutti per modificare un provvedimento che potrebbe provocare avere effetti catastrofici”.
Come ha precisato Cerutti, “con lo smantellamento dell’attuale sistema di accoglienza c’è il rischio che si possano perdere circa 350 posti di lavoro, come ad esempio quelli dei mediatori culturali. Il decreto ridimensionerà i progetti Sprar, gestiti dai Comuni, che oggi accolgono circa 1900 migranti, a favore dei Cas, i centri gestiti dalle Prefetture che già oggi accolgono la maggioranza dei richiedenti asilo e rifugiati, 10.000 persone circa”.
Secondo Chiamparino e Cerutti, il decreto rischia anche di costituire un aggravio per le casse comunali. L’Anci stima che a livello nazionale i costi potrebbero aggirarsi intorno ai 280 milioni, di cui 22 solo in Piemonte: risorse che le amministrazioni locali dovranno spendere per offrire servizi sociali e sanitari ai soggetti vulnerabili e alle famiglie con minori a carico. L’assessora ha portato alcune esempi arrivati dal territorio: “A Torre Pellice oggi vengono utilizzati 35 alloggi per ospitare i migranti e col decreto questi saranno lasciati vuoti. In diversi piccoli Comuni si dovrebbero chiudere alcune scuole, raggiungono il numero di alunni consentito per via della presenza di piccoli migranti con permessi di soggiorno umanitari”.
Altro problema è la sicurezza: ridurre il rilascio di permessi di carattere umanitario, concessi solo in rare eccezioni, vuol dire che un importante numero di richiedenti asilo (5.000 quelli stimati in Piemonte dall’Assessorato all’Immigrazione) presto diventeranno irregolari con gravi rischi per la sicurezza in quanto potrebbero cadere nelle maglie della criminalità organizzata.