Approvata a maggioranza dal Consiglio regionale la nuova legge sugli Ecomusei del Piemonte, che si pone l’obiettivo di rafforzarne la natura interdisciplinare e sostenere un modello attento a conservare e valorizzare il patrimonio culturale e umano di territori omogenei attraverso la partecipazione delle comunità locali. Per il triennio 2018-2020 la legge sarà finanziata con quasi 1,3 milioni di euro (255 nel 2018, 510 nel 2019 e altrettanti nel 2020).
Nella relazione di maggioranza, la consigliera Valentina Caputo (Pd), prima firmataria della proposta di legge ha detto: “Il Piemonte è stata la prima regione italiana a dotarsi nel ’95 di una legge in materia che prevedeva l’istituzione degli Ecomusei e che fu di riferimento per tutte le altre regioni che successivamente legiferarono. Nell’arco di un’esperienza ventennale, in Piemonte sono stati istituiti 25 ecomusei, il 27 per cento del totale italiano. In attesa di una legge nazionale, questa nuova legge, i cui contenuti sono stati condivisi con la Rete degli Ecomusei e su cui è stata fatta una consultazione pubblica, si propone di dettare una nuova disciplina in sostituzione della normativa vigente, per rispondere alle nuove dinamiche sorte a livello nazionale e internazionale. L’Ecomuseo rappresenta il territorio, gli abitanti e la cultura viva del territorio”.
Francesca Frediani (Movimento 5 Stelle), relatrice di minoranza ha sottolineato che “la legge non aggiunge molto a quanto previsto dalla legge del ’95, che peraltro era una legge eccellente. Pur condividendo le finalità del provvedimento, ovvero creare un percorso partecipato per valorizzare il territorio e una coscienza di luogo, avremmo potuto intervenire sulla legge esistente o affrontare la tematica all’interno del testo unico sulla cultura, come è stato fatto su nostra proposta per l’archeologia industriale. Nodo cruciale resta quello delle risorse, per ora ci sono, vedremo in futuro, perché le leggi senza una copertura adeguata vanno a morire”.
Accolti una serie di emendamenti al testo presentati dalla consigliera Caputo su proposta del Consiglio delle Autonomie locali (Cal), dai consiglieri del M5s e dal consigliere del Movimento nazionale per la sovranità Gianluca Vignale.